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lunedì 18 marzo 2013

CIPRO, FISCHIETTI E TAMBURELLI

Abbiamo tutti ascoltato con stupore di ciò che sta accadendo a Cipro. L'Eurogruppo ha stabilito un piano d'aiuti da 10 miliardi di euro (comunque inferiori ai 17,5 richiesti) in cambio però, di un pesante prelievo sui depositi bancari: del 6,5% per i conti sotto i 100.00 euro e 9.9% per quelli superiori. La conseguenza è stata la corsa agli sportelli della popolazione spaventata di perdere i suoi risparmi. Il fenomeno ha impaurito il governo tanto da decidere di lasciare chiuse le banche anche domani nella speranza che scemi il terrore. Inoltre per ottenere il prestito, secondo la solita strategia dei fanatici del libero mercato, Cipro deve promettere le famose "riforme strutturali" alla Mario Monti, ovvero privatizzazioni (previste per il valore di 1,4 miliardi) e aumento della tassazione dal 10% al 12.5%. Sarebbe il quarto salvataggio dopo Grecia, Portogallo e Irlanda, una ulteriore dimostrazione che paesi privi della sovranità monetaria, come quelli che hanno adottato l'euro, sono votati alla bancarotta, dopo aver naturalmente svenduto tutto il patrimonio pubblico e aver succhiato via i risparmi di una vita di milioni di lavoratori. L'elemento di maggiore preoccupazione è però che si è riusciti ad arrivare fino a prelevare direttamente i depositi bancari della popolazione. E dove vanno a finire questi nostri soldi? Esattamente dove sono finiti quelli delle pensioni italiane ridotte dal governo Monti: alle banche. E' la dittatura del libero mercato, il famoso lemon socialism: lo stato deve limitare il suo intervento nell'economia al mantenimento dell'ordine pubblico (per salvaguardare il diritto di proprietà dei grandi capitalisti), e al salvataggio del grande business quando fa scommesse borsistiche troppo azzardate.
Di fronte ad un opera di brigantaggio e di spoliazione di ricchezza come quella che tutta la popolazione europea sta vivendo, in nome di chi sa quale "libero mercato" (libero per chi?), cosa fanno i sindacati? Cosa fanno i cittadini di Cipro? Vedo al telegiornale che sono per le strade con fischietti, tamburelli, qualche cartello e megafono...Ebbene? dopo questa ridicola manifestazione di dissenso si pensa di aver risolto tutti i problemi? Domani il prelevamento non avverrà? Credo proprio di no. Di fronte a tanta vergogna altro che fischietti e tamburelli, bisognava scendere in piazza tutti uniti e restarci a tempo indeterminato sino a quando non si sarebbe deciso diversamente, si doveva bloccare il paese! Questo avrebbe dato un bello scossone iniziale!Così dovremmo agire anche qui in Italia!! Basterebbe studiare un pò di economia per smontare questi pagliacci criminali neoliberisti del FMI, del WTO e questi famosi "tecnici". Le loro quattro formulette in croce sono patetiche, anacronistiche e fondamentalmente errate, ma ripetute sino alla nausea come se bastasse ripeterle più volte affinché diventino più vere! Se studiassimo un poco di economia e avessimo il fegato e l'ardore di lottare per realizzare il nostro ideale, nulla ci potrebbe fermare. Sapienza e Determinazione in mano al popolo, lo rendono necessariamente invincibile. Invece che cosa vedo ogni giorno? Tante persone prive di un ideale per cui lottare, molte che sono venute a compromesso i propri ideali e dunque con se stessi accontentandosi di tirare a campare...fondamentalmente tutti chiusi nel proprio egoismo..e non riusciamo a capire che forse è proprio questa nostra chiusura agli altri a renderci deboli. Attaccare un membro di una mandria quando è solo, è facile per il leone; ma quando la mandria è unita, il leone neanche ci prova! In trent'anni il neoliberismo ci ha educati a pensare soltanto a noi stessi, e così ci siamo disgregati perdendo di vista la fondamentale natura sociale dell'uomo. E questo ci ha reso vulnerabili e infelici, perché la solitudine è triste! Torniamo ad unirci, a credere in un ideale, perché un sogno è tanto più realizzabile quanto più noi crediamo che lo sia! In un mondo fondato sulla solidarietà, e non sulla competizione; in un mondo fondato sull'altruismo, e non sull'egoismo; in un mondo fondato sull'invincibile forza dell'unione e della concordia, ancora, io credo!

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