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venerdì 30 novembre 2012

BCE, BANCA CENTRALE EUROPEA

Dal 2002 con l’entrata ufficiale dell’euro come moneta unica di scambio tra i paesi dell’eurozona, si è persa la sovranità monetaria. Infatti l’euro non è letteralmente di nessuno stato. Le banche centrali (BC) sono le uniche che possono stampare o emettere denaro. Le BC emettono denaro solo su ordinazione della BCE che decide le politiche monetarie dei paesi a moneta unica. Lo sanciscono i trattati di Lisbona e quello di Maastricht. L’Art. 107 di Maastricht dichiara: “Nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti  e dei doveri loro attribuiti dal presente trattato e dallo Statuto del SEBC, né la BCE né una  Banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari nonché i Governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali nell'assolvimento dei loro compiti.”  E l’articolo 105 dello stesso trattato: “1. La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità.2. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l'approvazione delle BCE per quanto riguarda il volume del conio.”              
Quindi la BCE ha il compito di decidere la quantità di denaro che viene emessa (la classica politica monetaria), non di emetterne di nuovo. Nella BCE si raccolgono i governatori delle BC (banche centrali) per fare politica monetaria. Saranno poi le  singole BC ad emettere quote di denaro prestabilite, solo dopo il consenso della BCE. Queste quote vengono poi depositate nelle riserve delle banche private commerciali (Unicredit, Intesa San Paolo, eccetera, che hanno tutte una riserva nella BC) con un bassissimo tasso di interesse. Questo significa due cose: le banche ricevono nuova liquidità dalle BC in prestito a bassissimo tasso di interesse; chiunque, anche gli stati, se vogliano avere denaro lo devono chiedere a prestito. E’ questa la ragione della crisi economica europea: per ripagare i debiti che gli stati europei hanno contratto nel tempo, devono applicare manovre di austerità che sono sempre recessive. L’austerità infatti prevede tagli di stipendi e posti di lavoro porta inevitabilmente ad un calo di domanda; il calo dei consumi è deleterio per le imprese che vendono di meno; le imprese più piccole scompaiono e muoiono soffocate dalla concorrenza cinese, dalle troppe tasse e dall’effettivo deficit di domanda. Quando le imprese chiudono aumentano i disoccupati e quindi aumentano le persone che possono permettersi molto poco; questo provoca un ulteriore calo dei consumi e l’economia sprofonda in un circolo vizioso da cui non può uscire se non abbandonando le stesse politiche di austerità. La differenza tra la situazione dei paesi prima dell’introduzione dell’euro e la situazione di oggi degli stessi paesi,  è che prima i paesi potevano decidere di stampare da sé e per sé stessi il denaro, mentre ora devono emettere titoli di stato per prendere a prestito il denaro che necessita loro. Il problema è che questa nuova valuta non è emessa dagli stati membri dell'unione. L'euro è emesso dalla BCE ma non è di nessuno; gli stati lo possono solo usare prendendolo a prestito. Da quanto già detto nell’articolo “deficit di bilancio”, uno stato in a moneta sovrana in deficit è l’unico che possa arricchisce la sua popolazione. Ne segue che la socialdemocrazia è impossibile senza il completo controllo sull’emissione valutaria. Senza la sua moneta una socialdemocrazia muore e lo stato torna quell’entità settecentesca costretta al pareggio di bilancio e alla alta tassazione della popolazione che impoverita non può crescere.
Gli stati dell’UE infatti non hanno una Banca Centrale che possa coprire senza limiti il valore di quei titoli, così ne comprano pochi e gli stati sono costretti ad aumentare il tasso di interesse sempre nella speranza che qualcuno li voglia. Questo è il motivo per cui il Giappone che ha un rapporto debito/Pil del 200% (ciò significa che il debito è il doppio di quello che lo stato produce) e l’America con 14 trilioni di debito di obbligazioni, hanno interessi sui titoli compresi tra l’1% e il 2%. Il fatto che l’America sia stata declassata da un’agenzia di rating (agenzia che valuta la sicurezza dei prodotti finanziari) non significa che l’America sia effettivamente a rischio di insolvenza. L’agenzia in questione infatti, la Standard & Poor' s, dava una tripla A(massima sicurezza) ai mutui sub-prime che le banche davano ai cassaintegrati! La sua credibilità è pari a zero. Le banche conferivano mutui a persone che non avevano le credenziali adatte per ottenerne uno, perciò risultavano ad alto rischio di insolvenza. Nonostante ciò le agenzie di rating davano una tripla A ai mutui sub-prime, prodotti finanziari il cui valore dipendeva direttamente da questi mutui. 
Gli stati possono ottenere nuovo denaro soltanto prendendolo a prestito dalle BC, le quali sono sotto la giurisdizione della BCE. Tuttavia la BCE per statuto, ha l'obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi, e l BCE essendo figlia di economisti neoclassici che condividano i dogmi di Milton Friedman secondo cui una qualsiasi iniezione di liquidità nella società causerà immediata inflazione esponenziale, non immette liquidità nel mercato. Invece questa operazione è essenziale per risollevare economie oppresse da situazione di deflazione (= molti prodotti in circolo, poco denaro per acquistarli). Se uno stato europeo emette titoli di stato lo fa per cercare di racimolare qualche spicciolo da spendere. La BCE però non vuole che si immetta liquidità nel mercato e sa che se comprerà dei titoli di stato otterrà proprio questo effetto. Pertanto la BCE compra pochissimi titoli di stato dei paesi membri, e questi sono così costretti, per continuare a pagare salari e stipendi e pensioni, a chiedere a prestito gli euro necessari ai mercati dei capitali che richiedono però come vediamo ogni giorno tassi da strozzini. I mercati finanziari sono le istituzioni finanziarie, i fondi pensione, le assicurazioni, banche, fondi sovrani stranieri, governi stranieri, i fondi speculativi r persino individui. Che vantaggio ne traggono questi enti? Essi decideranno (a livello aggregato) i tassi d’interesse, a loro vantaggio. Il mercato dei capitali sa perfettamente che i paesi dell’ Eurozona non possono battere moneta da sé, infatti i tassi che quest’ ultimo applica sono assai elevati. Ma se tutto il nuovo denaro che ci serve lo dobbiamo chiedere in prestito con dei tassi di interesse, avremo un debito non solo enorme, ma perennemente crescente. Estinguere il debito dei paesi dell’euro significa: ridare più di tutto il nostro PIL, ovvero di tutta la nostra ricchezza! E pensare che questo debito oltretutto è per oltre 1800 miliardi dovuto esclusivamente a tassi di interesse.
Ma se restituiamo quei famosi 30.000€ pro-capite alle banche ciò causerebbe una recessione del paese spaventosa. Inoltre, anche se riuscissimo a ripagare il debito, per non averne più, lo stato non dovrebbe più chiedere denaro in prestito. Ma se non ne chiede in prestito e non se lo può creare, è costretto al pareggio di bilancio ogni anno, quindi è condannato a non crescere, perché non ha nuovo denaro da investire per lo sviluppo. Solo la BCE può creare il denaro legale in Europa.
Ma i paesi europei se ne adottano del nuovo significa che lo hanno chiesto in prestito. Non c’è soluzione nel sistema monetario europeo: o per svilupparti ti indebiti fino al default, o per ripagare il debito diventi uno stato ottocentesco.
Voi mi direte, va bene la BCE è indipendente dal controllo degli stati ma comunque i suoi governatori sono scelti dagli stati. E' vero ma è vero anche che l'euro resta non di proprietà degli stati, e che gli stati per prenderlo a prestito e per pagare gli interessi (in Italia 80 miliardi l'anno, due volte la spesa per lo stato sociale), applicano le distruttive misure di austerità. In un qualsiasi momento si potrebbe decidere di ridare la sovranità monetaria se non ai singoli stati, almeno all’Unione, ma il punto è che manca la volontà perché l’Unione Europea è stata costruita proprio per questo: essere una potenza nell’export in grado di competere con i mercati asiatici. Il socialismo e tutte le sue propaggini politiche che mettevano in discussione il potere delle elite economiche neomercantiliste in favore del popolo dovevano essere distrutte per sempre. Quando la gente è povera, con poche speranze e aspettative per l’avvenire (le conseguenze delle austerità), è pronta ad offrirsi per poche centinaia di euro al mese al primo che gliene offre. 

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