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venerdì 30 novembre 2012

IL FISCAL COMPACT

Il 2 marzo 2012 il nostro premier Mario Monti e successivamente tutti i capi di stato della zona euro hanno firmato il Fiscal Compact, altrimenti detto pacchetto fiscale. In questo periodo la televisione e i telegiornali ne parlano sempre più spesso, ma chi di noi sa cosa sia? Nessuno. E ancora,quali sono gli effetti che comprende questa manovra? Boh...I media ne parlano come qualcosa di necessario senza sapere il suo vero significato e il suo ruolo nell' economia italiana. Strano, non credete?
Alain Parguez, celebre economista francese, ha provato a chiederne una copia ad istituzioni europee competenti in materia, tuttavia gli è stato negato.Si deduce che quindi è praticamente impossibile averne un fascicolo da leggere e studiare. Perché? Ma è chiaro, il motivo di questo oscurantismo è mantenere il popolo italiano nell' ignoranza al fine di non fargli conoscere il contenuto e il vero significato di questa manovra. Fortunatamente, il nostro blog contiene alcuni articoli dell pacchetto fiscale, pervenuteci da http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=327
Ecco elencati alcuni tra gli articoli più importanti della manovra:

Fiscal Compact nel TITOLO III art. 3/1 a) - 3/2.

Uno Stato che dà ai propri cittadini e alle proprie aziende più denaro di quanto gliene tolga in tasse, cioè che spenda a deficit di bilancio, sarà illegale e anticostituzionale. Dovrà come minimo fare il pareggio di bilancio, ma meglio ancora se farà il surplus di bilancio, cioè dovrà impoverirci, matematicamente. Questa regola dovrà essere inserita nella Costituzioni degli Stati firmatari, o in leggi egualmente vincolanti. 

Fiscal Compact nella premessa a pag. 2.

Se uno Stato non iscrive nella Costituzione o in leggi egualmente vincolanti l’obbligo di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, verrà giudicato dalla Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali, cioè vincolanti per tutti gli Stati aderenti.

Fiscal Compact nel TITOLO III art. 3/1 e) - 3/2.

Uno Stato che volesse ignorare tutto ciò, verrà messo sotto accusa automaticamente (excessive deficit procedure), e di conseguenza dovrà correggersi presentando un piano dettagliato di correzioni che eliminino politiche di deficit di bilancio per introdurre quelle di surplus o di pareggio (sono le famigerate austerità che ben conosciamo: tagli alla spesa pubblica).
Le correzioni saranno dettate dalla Commissione Europea (20 tecnocrati non eletti, aggiungerei).

Fiscal Compact nel TITOLO III art. 5/1 a) – art. 8/1 – 8/2.

Se lo Stato sotto accusa non si corregge, e cioè se  si rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, la Commissione Europea lo denuncerà agli altri Stati, i quali lo denunceranno alla Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali, cioè vincolanti per tutti gli Stati aderenti. Se questa Corte condannerà lo Stato recalcitrante, e se quest’ultimo comunque si rifiuterà di impoverire i propri cittadini
e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, la Corte potrà condannare lo Stato disubbidiente a una multa che per l’Italia ammonterebbe a 2 miliardi di Euro.

Fiscal Compact nel TITOLO III art. 8/1 – 8/2.

Il potere di denunciare alla Corte Europea di Giustizia uno Stato che si rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio (e quindi di sottoporlo al processo ulteriore della Corte per le punizioni monetarie finali) è riservato anche a un solo singolo Stato della zona Euro, anche se la Commissione Europea non ha dato alcun parere negativo conto lo Stato sotto accusa.

Fiscal Compact nella premessa a pag. 3.

Il risultato della condanna da parte della Corte Europea di Giustizia di uno Stato che si rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, non sarà solo una pesantissima multa di miliardi di Euro, ma si traduce anche in una “costrizione” assoluta per questo Stato di correggere il bilancio verso il pareggio o il surplus.

Fiscal Compact nel TITOLO III art. 7.

Quando scatta la procedura di denuncia di uno Stato che si rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, gli altri Stati della zona Euro si prendono l’impegno di sostenere quella denuncia. Potranno rifiutarsi solo se troveranno un sostegno dalla maggioranza dei medesimi Stati. Cioè, per contrastare l’azione punitiva e arbitraria anche di un solo Stato tutti gli altri dovranno trovare una maggioranza  (impossibile, oserei dire..).

Fiscal Compact nel TITOLO III art. 6.

Dalla firma di questo Fiscal Compact in poi, uno Stato della zona Euro dovrà chiedere approvazione alla Commissione Europea e al Consiglio Europeo prima di emettere i propri titoli di Stato. Anche qui la funzione primaria di autonomia di spesa dello Stato sovrano è cancellata.

Fiscal Compact nel TITOLO V art. 12/5 – art. 13.

All’unico organo europeo legittimamente eletto dai cittadini, cioè il Parlamento Europeo, è riservato questo: il suo presidente “potrebbe” essere invitato ad ascoltare le decisioni dei tecnocrati della Commissione e del Consiglio. Ai parlamenti nazionali e al Parlamento Europeo è concesso di formare una conferenza di rappresentanti che potranno“discutere” (non bocciare) le decisioni prese dai tecnocrati. 

Fiscal Compact nel TITOLO I art. 1/1.

Il Fiscal Compact richiede a tutti gli Stati della zona Euro di promettere sostegno e fedeltà alla Moneta Euro e all’unione economica, al fine di promuovere “crescita, impiego e competitività” (cioè come dire: sostenere un’alluvione per promuovere l’agricoltura,).

Fiscal Compact nella premessa a pag. 4.

Se uno Stato dovesse aver bisogno si sostegno finanziario europeo attraverso un salvataggio da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità, non avrà un singolo Euro se prima non avrà firmato il Fiscal Compact e non lo avrà obbedito in toto.
(la Grecia dovrà quindi farlo e comunque morirà sotto tortura, i prossimi siamo noi) 

Fiscal Compact nella premessa a pag. 4.

In ultimo, il Fiscal Compact impone il rispetto del patto a tutti gli Stati firmatari dell' Europact. Adottato dai capi di governo dell’Eurozona il 24 marzo 2011, stabilisce che la competitività sia giudicata solo in rapporto al contenimento degli stipendi e all’aumento della produttività; che gli stipendi pubblici debbano essere tenuti sotto controllo per non danneggiare la competitività; che la sostenibilità del debito nazionale sia giudicata a seconda della presunta generosità di spesa nella Sanità, Stato Sociale, e ammortizzatori sociali; che le pensioni e gli esborsi sociali devono essere
riformati “allineando il sistema pensionistico alla situazione demografica nazionale, per esempio allineando l’età pensionistica con l’aspettativa di vita”.                                         

Vi assicuro che non ci vuole un economista per capire che il Fiscal Compact peggiorerà la condizione della popolazione europea. In sostanza, la spesa pubblica ne risentirà moltissimo e di conseguenza il benessere della società diminuirà in maniera esponenziale. Fortunatamente, cari lettori, adesso sapete qualcosa di più su questa aberrante manovra, quindi quando sentirete il telegiornale parlarne in maniera opposta a quanto appreso da questo articolo, traete le vostre
conclusioni.


          
          
Ricordate il grafico elaborato da link Ro Pareto? In Europa è lo stesso, solo che deve essere aggiunta una retta parallela e sottostante a quella della bilancia estera [retta parallela all’ asse x, delle ascisse, passante per il punto A(0,-3)]. In Europa infatti se si seguono le regole del “Fiscal Compact”, firmato il 2 marzo 2012, il deficit statale non deve superare il 3% del PIL(se il PIL è 100€, lo stato può al massimo spendere 3 a deficit, cioè per i suoi cittadini). In questo grafico lo stato è rappresentato da un punto collocato nel piano: il punto C rappresenta un paese soggetto al Fiscal Compact, mentre lo stato definito dal punto B no. Ricordo che la linea tratteggiata rappresenta il discriminante tra surplus e deficit statale, ovvero pareggio di bilancio. Quindi se una stato si trova a destra della linea significa che il governo a speso per i suoi cittadini, mentre se si trova a sinistra vuol dire che ha ritirato più di quanto ha immesso in società (surplus). Le due aree sono esattamente della stessa dimensione, tuttavia con l’introduzione del Fiscal Compact le cose sono cambiate. Premettendo che uno stato non può sopravvivere se si trova a sinistra del grafico poiché politiche di surplus di bilancio sono profondamente deleterie nei confronti dei cittadini, esso deve necessariamente stare a destra della bisettrice Y=X. A causa però del introduzione del Fiscal Compact, sappiamo che uno stato non può trovarsi sotto la linea del 3% del PIL, quindi l’ unica area (colorata in giallo) disponibile rimane il piccolo triangolino individuato dalla linea tratteggiata, dall’ asse y (deficit o surplus statale) e dalla retta che parallela all’ asse x.  C’ è ancora un piccola area in cui lo stato può sopravvivere, essa implica però che lo stato si trovi a sinistra della linea tratteggiata, a patto che esso esporti più di quanto importi. Cioè se lo stato attua surplus di bilancio toglie alla popolazione più di quanto le ha dato, ma se il settore dell’ export è molto forte, significa che i cittadini ricevono soldi dall’ estero vendendo i propri prodotti, quindi si riesce a compensare l’ inefficienza statale. In definitiva , bene o male la popolazione riesce a sopravvivere. Se però il settore degli export è poco sviluppato e lo stato si trova alla sinistra della bisettrice allora vi è morte certa. Tuttavia è estremamente difficile mantenere in attivo il settore privato, Infatti non succede a nessuno dei paesi della zona euro come mostrano i seguenti grafici. Nemmeno la Germania rispetta le regole del Fiscal Compact. Ogni punto rappresenta la posizione del paese ogni anno dal 1996. Ricordate le aree dove il settore privato non sopravvive e giudicate. Il Portogallo ad esempio, essendo in deficit sulla bilancia commerciale, doveva ricadere nel triangolo, ma ciò non è mai avvenuto.







  
 



Praticamente tutti gli anni o gli stati salvano il settore privato trasgredendo il patto di bilancio, oppure, provando a rispettarlo senza  quasi mai riuscirci, impoverivano la popolazione. E’ criminoso tutto questo, e deliberatamente voluto come leggerete.           

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